La stipsi è un sintomo molto frequente e fastidioso capace di alterare la qualità della vita delle persone fino a limitarne l’attività sociale e lavorativa. E’ rilevabile in molte specie animali e nell’uomo si presenta in tutte le fasce d’età crescendo progressivamente nel tempo con netta prevalenza nel sesso femminile. Tipica dei paesi occidentali costituisce una vera piaga sociale per l’impatto clinico che procura e per le conseguenze economiche che ne derivano.
Essa è favorita da uno stile di vita caratteristico della nostra civiltà (dieta povera di fibre e acqua, scarsa attività fisica con possibile sregolazione della motilità intestinale e della composizione della flora batterica: il microbiota) e può essere diagnosticata quando, per almeno 12 settimane dell’ultimo anno, sono presenti 2 dei seguenti segni caratteristici: riduzione del numero di evacuazioni settimanali (<2), emissione di feci dure caprine o nastriformi, sensazione di ostruzione anorettale con sforzo evacuativo e necessità di ricorso a varie procedure di facilitazione dello svuotamento (lassativi, clisteri, digitazioni manuali,…).
Può essere distinta in due forme principali: la stipsi da “slow transit” e la Sindrome da Defecazione Ostruita (ODS).
La stipsi di primo tipo è legata ad un rallentato transito colico (intestino pigro) per disturbi di tipo costituzionale o errate abitudini di vita ma principalmente a causa di una sregolazione del Sistema Nervoso Enterico (SNE), dovuta all’alterazione di un suo mediatore chimico (serotonina) capace di provocare una turba funzionale neuromotoria influenzata anche da correlazioni col Sistema Nervoso Centrale attraverso il cosiddetto asse cervello-intestino (“brain-gut axis”, teoria dei due cervelli).
La diagnosi viene effettuata sulla base dei dati clinici e mediante l’esecuzione di un esame radiologico (Tempo di Transito Intestinale) ed è gestita da uno specialista medico, il gastroenterologo, che si occupa anche del suo trattamento mediante l’impiego di vari farmaci (procinetici, emollienti, integratori o lassativi veri e propri). La terapia chirurgica è rara e riservata a casi gravi prevedendo interventi molto demolitivi (colectomia totale).
In casi selezionati si può ricorrere a una procedura di tipo riabilitativo (Terapia FREMS) mediante l’utilizzo di un neurostimolatore trans-cutaneo capace di influenzare positivamente il transito intestinale.
La Sindrome da defecazione ostruita (ODS) è la forma di stipsi più frequente, nettamente prevalente nel sesso femminile. Di origine rettale, espulsiva, si manifesta con difficoltà allo svuotamento dell’alvo attraverso senso di evacuazione incompleta, peso perineale ed alterazione delle scibale fecali. Può dipendere da due diversi meccanismi, spesso associati fra loro: uno di tipo organico dovuto alla formazione di un prolasso interno del retto con successivo sfiancamento della sua parete a formare una sacca protrudente in vagina (rettocele), che determina un progressivo ostacolo meccanico alla defecazione e un secondo di tipo funzionale costituito dal mancato rilasciamento di un muscolo del pavimento pelvico (m. pubo-rettale) il quale, ponendosi come una fionda dietro al retto, ne contrasta lo svuotamento quando non si rilascia adeguatamente (dissinergia pelvica). Il primo meccanismo viene studiato mediante un esame radiologico specifico, la defecografia, mentre il secondo viene evidenziato dalla manometria anorettale.
Il trattamento dell’ostruzione da prolasso è di tipo chirurgico e pertanto di pertinenza di uno specialista chirurgo dedicato alle patologie anorettali, il proctologo e si basa su di un intervento di resezione del prolasso rettale interno, di concezione tutta italiana, denominato S.T.A.R.R. (Stapled Trans-Anal Rectal Resection).
Per il trattamento della dissinergia è invece indicato un ciclo di Riabilitazione del Pavimento Pelvico ad opera di fisioterapisti dedicati.
Questa affezione può evolvere nel tempo verso un quadro di incontinenza anorettale o di dolore pelvico cronico ed associarsi ad altre patologie analoghe a carico degli altri distretti del Perineo (incontinenza urinaria, prolasso utero-vaginale…) rendendo ottimale in questi casi un approccio diagnostico-terapeutico di tipo multidisciplinare mediante la collaborazione di vari specialisti del settore (proctologi, uroginecologi, fisiatri, ecc.), preferibilmente operanti all’interno di Centri dedicati detti Centri del Pavimento Pelvico.
Dott. Riccardo Riccardi – Specialista in Chirurgia Generale e Toracica-Proctologo