L’inseminazione intrauterina (IUI)

MEDICINA DELLA RIPRODUZIONE UMANA

L’INSEMINAZIONE INTRAUTERINA (IUI)

Sappiamo che l’infertilità costituisce un problema molto rilevante a livello mondiale, coinvolgendo fisicamente e psicologicamente un altissimo numero di persone e che la stretta relazione esistente fra riproduzione e sessualità fa sì che, spesso, il problema venga vissuto in solitudine e con senso di disorientamento e confusione nel momento in cui c’è da scegliere il percorso da compiere.

Si stima che una coppia su cinque abbia difficoltà a concepire ed ogni anno, in Italia, circa 80.000 coppie si sottopongono a trattamenti di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) portando alla nascita di circa 14.000 nuovi bambini concepiti con fecondazione in vitro (FIVET/ICSI) o con inseminazione intrauterina (IUI), la tecnica di PMA più antica (dati Registro Nazionale PMA, anno 2019).

La prima IUI descritta fu eseguita nel 1884, presso la Jefferson Medical School di Filadelfia. William Pencoast eseguì l’inseminazione utilizzando il seme di un donatore scelto fra i suoi studenti. L’intervento si svolse nell’anfiteatro anatomico, mentre la paziente era anestetizzata e portò ad una gravidanza.
Il primo successo della PMA in vitro risale, invece, al 25 luglio 1978, quando, ad Oldham, in Inghilterra, nacque Louise Brown, grazie agli studi del biologo Robert Edwards e del ginecologo Patrick Steptoe.

L’inseminazione intrauterina (IUI) è la procedura più semplice della PMA ed è pertanto definita di I livello, è indolore e viene eseguita ambulatorialmente, senza alcuna anestesia.

Il suo razionale è quello di aumentare la probabilità di concepimento dopo aver inserito in utero, il più vicino possibile all’origine delle tube, una concentrazione di spermatozoi (circa 0,2 ml) particolarmente motili e probabilmente in grado di fecondare.
Il momento ideale per eseguire l’IUI è il periodo periovulatorio della partner, che sarà possibile conoscere grazie ad alcune ecografie transvaginali e, se necessario, ad alcuni prelievi ematici.
L’ovulazione potrà avvenire sia su ciclo naturale che dopo stimolazione farmacologica (clomifene, gonadotropine) per aumentare la probabilità di concepimento.

Il seme maschile dovrà essere trattato dai biologi del centro di PMA circa due ore prima della IUI e, durante questa fase, gli spermatozoi saranno separati dalla parte fluida del liquido seminale e selezionati per ottenere quelli di migliore qualità.
Questa preziosa quantità di spermatozoi sarà posizionata dal ginecologo all’interno dell’utero tramite un sottilissimo catetere.
La procedura viene eseguita in pochi minuti con la partner in posizione ginecologica e, dopo un’attesa di circa 15 minuti sul lettino ginecologico, la signora potrà tornare alle proprie attività quotidiane senza dover osservare alcun ulteriore riposo.

Nei giorni successivi alla esecuzione della IUI, in genere, vengono prescritti farmaci utili a favorire l’impianto dell’embrione nella cavità uterina (progestinici) ed il test ematico di gravidanza (β-hCG) sarà eseguito circa 14 giorni dopo la IUI.
Riteniamo importante precisare che un solo trattamento di IUI non garantisce la gravidanza e che, in genere, vengono proposti 6 cicli di trattamento per avere una probabilità cumulativa di gravidanza del 60%. Infatti, ogni IUI ha un successo di gravidanza stimato nell’ordine del 10-15%, sottolineando che l’indice di successo dei rapporti naturali nelle coppie giovani e non infertili non supera in genere il 25% in ogni ciclo mestruale.

L’indice di gravidanza è influenzato da molti fattori fra i quali, il più importante, è rappresentato dall’età femminile, infatti in donne con età superiore ai 40 anni dovrebbe essere proposta la fecondazione extracorporea di II livello (fecondazione in vitro) e non la IUI per i bassi tassi di successo ottenuti oltre questa soglia di età.

Prima di sottoporre la coppia alle procedure di PMA sono necessari alcuni incontri, colloqui, visite, indagini ematiche preconcezionali, ormonali, genetiche per valutare lo stato di salute e la causa dell’infertilità.
Spesso è opportuno proporre una modifica dello stile di vita (riduzione del fumo, maggior movimento, calo o aumento ponderale).
Affrontare un percorso per la ricerca di un figlio può pertanto avere un forte impatto sulla coppia, sia dal punto di vista emotivo e biofisico che organizzativo ed economico.
Consapevoli di questo, è opportuno che i professionisti che prendono in cura la coppia possano offrire un’assistenza multidisciplinare globale e appropriata, offrendo sempre un sostegno psicologico mirato all’accoglienza e alla presa in carico, anche in caso di insuccesso delle procedure prescelte.

INDICAZIONI ALLA IUI

– Infertilità da causa sconosciuta
– Infertilità maschile di grado lieve-moderato (lieve-media oligoastenozoospermia)
– Infertilità secondaria ad alterazione del muco prodotto dal canale cervicale dell’utero
– Infertilità associata ad alcuni casi di endometriosi lieve e media
– Infertilità in coppie con ripetuti insuccessi di ricerca della gravidanza tramite stimolazione dell’ovulazione e rapporti sessuali mirati
– Infertilità secondaria a patologie sessuali o coitali
– Prevenzione del rischio di trasmissione di malattie infettive in coppie sierodiscordanti.

I BAMBINI NATI DA IUI

La IUI non comporta un aumento di malattie genetiche o malformative rispetto ai concepimenti naturali, poiché la fertilizzazione avviene comunque spontaneamente fra uovo e spermatozoo all’interno delle tube, come accade naturalmente durante un rapporto sessuale.
E’ compito dei biologi e dei ginecologi favorire questo incontro, grazie alle terapie mediche, alle procedure tecniche ginecologiche e di laboratorio.

AVERE UN FIGLIO

Il “viaggio” alla ricerca di un figlio resterà un evento cardine nella vita di una coppia.
Alcuni genitori racconteranno che il bambino “è arrivato subito, quasi senza che ce ne rendessimo davvero conto di cosa ci stesse accadendo”, altri racconteranno che” il viaggio è stato molto lungo e difficile e che la sorpresa della gravidanza è arrivata quando avevamo perso tutte le nostre speranze”.
Purtroppo, qualcuno dirà “le abbiamo provate tutte, ma non ce l’abbiamo mai fatta”.
Siamo fermamente convinti che, comunque, avere un figlio, sia davvero un’idea meravigliosa e che essere compagni di questo viaggio arricchirà professionalmente ed emotivamente ognuno di noi.

Condividi:

Facebook
Twitter
LinkedIn