La Procreazione Medicalmente Assistita in Italia: alcuni numeri

Oggi sono circa 77.000 le coppie italiane che annualmente ricorrono alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) per avere un figlio. Considerata l’importanza del fenomeno, è oggi necessario dedicare la massima attenzione sia in termini di qualità del servizio offerto alle coppie che in termini di successo e sicurezza dei risultati ottenuti.

A questo scopo l’Istituto Superiore di Sanità pubblica una Relazione annuale sullo stato di attuazione della legge 40, con i risultati ottenuti dall’applicazione delle principali tecniche in materia di PMA. Nell’ultima Relazione pubblicata nel 2017 che fa riferimento all’anno 2016 vengono riportati i seguenti risultati:

Le percentuali di successo delle tecniche omologhe (cioè quando i gameti, uova e spermatozoi, provengono dai membri della coppia) restano sostanzialmente invariate: la percentuale di gravidanze ottenuta su cicli iniziati, per le tecniche di I livello (IUI) è del 10,9% (era 10,5% nel 2015); per le tecniche di II e III livello (Fecondazioni in vitro) diminuisce la percentuale di gravidanze per ciclo a fresco (da 18,2% nel 2015 a 17,3% nel 2016), aumenta per i cicli che utilizzano embrioni congelati (da 26,2% a 27,5%), mentre diminuisce per i cicli che utilizzano ovociti congelati (da 16,6% a 16,3%);

Una delle variabili che maggiormente influisce sul buon esito dell’applicazione delle tecniche di fecondazione assistita è l’età della donna. All’aumentare dell’età, infatti, il rapporto tra gravidanze ottenute e cicli iniziati subisce una progressiva diminuzione, mentre aumenta il rischio che la gravidanza ottenuta esiti in aborto. I tassi di successo diminuiscono linearmente dal 23,9% per le pazienti con meno di 35 anni al 4,5% per quelle con più di 43 anni;

Considerando tutte le tecniche di PMA, sia di I livello che di II e III livello, dal 2015 al 2106 aumentano le coppie trattate (da 74.292 a 77.522), i cicli effettuati (da 95.110 a 97.656) e i bambini nati vivi (da 12.836 a 13.582). Questo aumento è fondamentalmente correlato alla fecondazione eterologa (cioè quando uno o entrambi i gameti provengono da un donatore/donatrice esterni alla coppia).
Nell’aprile 2014, con la sentenza 162, la Corte Costituzionale, dichiarando illegittimo l’art.4 comma 3 della Legge 40 del 2004, ha rimosso il divieto di applicazione di tecniche di PMA di tipo “eterologo”. Quindi oggi in Italia le coppie che non hanno possibilità di concepire un figlio, per mancanza di gameti competenti, possono rivolgersi alla donazione di gameti sia maschili (spermatozoi contenuti nel seme) che femminili (ovociti), anche contemporaneamente (doppia donazione);

In seguito all’approvazione della Legge, nel 2016 sono stati effettuati 5.081 trasferimenti da tecniche di PMA con donazione di gameti, di cui il 14,2% dopo una donazione di seme, il 52,2% dopo una donazione di ovociti ed il restante 33,6% con embrioni crioconservati ottenuti dopo una donazione di gameti; si sono ottenute 1.713 gravidanze dopo l’applicazione di tecniche di PMA a seguito di una donazione di gameti, di cui 280 dopo una donazione di seme, 882 dopo una donazione di ovociti e 551 con embrioni crioconservati ottenuti dopo una donazione.


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